C’era una volta un dolce
fanciulla che per la sua straordinaria bellezza aveva fatto innamorare tutti i
ragazzi del paese. In particolare, i due fratelli Anselmo e Bertoldo avevano
dimostrato un certo interesse per lei.
Anselmo, il più bello dei
due, molto sicuro di sé andò a conoscere la giovinetta che rimase subito
colpita dalla sua bellezza ma, allo stesso tempo, infastidita dalla sua
superbia e sicurezza di sé.
Per risolvere i suoi dubbi,
andò dal fratello minore Bertoldo per
chiedergli come fosse realmente Anselmo. Bertoldo era il fratello più brutto,
meno amato dai genitori e piegato al maggiore. Bertoldo rassicurò la fanciulla
che Anselmo era una persona priva di difetti e davvero amabile.
Fidandosi delle sue
parole, la ragazza iniziò a frequentare
Anselmo ma si accorse immediatamente che la descrizione del fratello minore non
corrispondeva a verità e che Anselmo non faceva altro che parlar male di Bertoldo.
Decise così di tornare da quest’ultimo per riferirgli le parole cattive usate
da Anselmo nei suoi confronti, ma Bertoldo rispose: “Non mi interessa quello
che Alselmo pensa di me, mi ha sempre maltrattato e continuerà a farlo! Lui però
ha ragione, sono pieno di difetti e per questo sono triste, ma li accetto perché
è così che sono realmente”.
Davanti a questa sensibilità
e generosità, la giovinetta, che era nobile d’animo, decise di sposare Bertoldo.
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